L'Expo a Milano: intervento di Franco De Angelis/E' importante passare rapidamente alla realizzazione dei lavori

2015, una data che è dietro l'angolo

Intervento di Franco De Angelis, consigliere comunale Pri a Palazzo Marino, Milano.

La vittoria di Milano ovviamente ci riempie di gioia, e siamo fieri di esserci impegnati con lealtà a fianco del sindaco per raggiungere questo risultato. L'azione del sindaco e di tutte le istituzioni che si sono adoperate con inusuale concordia merita un plauso incondizionato. Ora, però, è importante passare senza indugio alla realizzazione degli interventi che sono stati previsti: il 2015 è dietro l'angolo, ed è indispensabile dare immediatamente attuazione a ciò che abbiamo progettato e approvato. Ci auguriamo che anche in questa fase sia possibile mantenere il clima di collaborazione tra le istituzioni che è stato raggiunto durante la gara, e che tutti continuino a cooperare tenendo presenti le scadenze che ci aspettano.

Come ha giustamente commentato il segretario del Pri Francesco Nucara, ribadendo il pieno sostegno dei repubblicani all'iniziativa, "ovviamente la sfida più importante comincia ora, nel momento in cui occorre progettare l'evento in maniera che sia una grande occasione di sviluppo per la città e di vetrina per l'Italia. Io sono d'accordo con coloro che pensano all'Expo anche come un'occasione di prestigio morale per il capoluogo lombardo, e non solo di sviluppo economico, e tengo in maniera particolare alla riuscita di questo evento".

Molti commentatori hanno scritto che la vittoria di Milano non premia solo Milano, ma tutto il Paese. È certamente corretto: però rilevo che l'eccellenza che abbiamo proposto alla giuria, e che ha infine trionfato, è la Grande Milano, con i suoi 9 milioni di abitanti, il suo particolare tessuto urbanistico e sociale, la sua capacità di competere nonostante le condizioni sfavorevoli create dal sistema-paese.

Non dobbiamo dimenticarlo, e soprattutto non dobbiamo, nell'entusiasmo della vittoria, lasciare che l'impegno di cui abbiamo saputo dare prova si annacqui. Al contrario, dobbiamo trasformare questo impegno in un metodo di lavoro costante. Abbiamo ancora tanti problemi da risolvere, primo fra tutti il nodo di Malpensa. Purtroppo, o per fortuna, abbiamo ancora molto lavoro da fare. E credo che siano fuori luogo sia le polemiche, sia gli eccessi di trionfalismo. In questa chiave, vorrei lanciare un duplice appello.

Agli Expo-scettici, che temono cementificazioni indiscriminate, ricordo che i progetti legati all'Expo non sono finalizzati a un'esibizione di gigantismo architettonico. È stato sempre ribadito che tutte le opere che verranno realizzate saranno all'insegna dello sviluppo sostenibile e della compatibilità ambientale. Peraltro, credo che il livello degli architetti e degli urbanisti che lavoreranno a questi progetti sia tale da tranquillizzare anche gli spiriti più preoccupati.

Agli Expo-entusiasti, invece, vorrei dire che il riconoscimento che abbiamo ottenuto rappresenta un onore, ma anche un onere: non possiamo recedere dagli impegni che abbiamo sottoscritto, e non possiamo permetterci di arrivare impreparati alla scadenza. Da qui al 2015, Milano non cambierà da sola. La dovremo cambiare noi, con il nostro lavoro e la nostra capacità di impegnarci.

Invito a guardare le cose, come sempre, senza pregiudizi. L'Expo non sarà solo un'occasione di business o una scorciatoia per incentivare i flussi turistici: sarà soprattutto un punto di partenza per riportare Milano al centro di una rete che, sempre più, collega tra loro le grandi metropoli del mondo. E, al tempo stesso, dovrà consentire di aprire nuove relazioni con le aree emergenti, perfezionando progetti di collaborazione utili al miglioramento delle condizioni di vita di tutta l'umanità.

Mi auguro che la grande sfida dell'Expo sia anche, per Milano, un'occasione per riappropriarsi della sua identità profonda. Che è una storia fatta anzitutto di dinamismo, di innovazione, di capacità di intraprendere. Spero che, finalmente, Milano possa uscire dalla cappa d'immobilismo che l'ha soffocata per troppi anni e riprendere il cammino che le è più congeniale.

Milano aveva bisogno di una ventata d'orgoglio. Ringraziamo il sindaco Moratti per la determinazione e l'intelligenza con cui ha condotto la sua battaglia, e continuiamo a operare per rendere la nostra città sempre migliore.